Prima Assemblea sinodale delle Chiese italiane

E’ in corso a Roma, a partire dal 15 novembre fino al 17, la Prima Assemblea sinodale delle Chiese di Italia.

Si è avviata il 15 novembre la Prima Assemblea sinodale delle Chiese in Italia, una delle tappe della “fase profetica”, ultimo tratto del Cammino sinodale nazionale. Sono confluiti a Roma delegati e Vescovi nella Basilica di San Paolo fuori le mura, per confrontarsi sui Lineamenti per poi giungere allo Strumento di lavoro, in vista della Seconda Assemblea sinodale in programma, sempre a Roma, dal 31 marzo al 4 aprile 2025.

Alla prima assemblea del Sinodo si sono recate le diverse delegazioni diocesane sotto la guida del Vescovo locale e formate da un numero di referenti proporzionale a quello degli abitanti, per un totale di 875. Alla prima Assemblea, però, sono presenti 943 persone di cui: 4 Cardinali, 170 Vescovi, 4 Padri Abati, 238 Sacerdoti, 6 Diaconi, 37 Religiose e Religiosi, 210 Laici, 274 Laiche. In totale 641 uomini e 302 donne.

Alla sessione inaugurale partecipano sette rappresentanti di Chiese cristiane in Italia; la Preghiera iniziale avrà infatti una connotazione ecumenica: S.E. Mons. Siluan, Vescovo della Diocesi Ortodossa Romena d’Italia; S.Em. Metropolita Polykarpos Stavropoulos, Arcivescovo Ortodosso d’Italia ed Esarca dell’Europa Meridionale, Rev. Padre Antonio Gabriel, Chiesa Copta di Roma, Rev. Padre Bsag Tepirjian, Chiesa Apostolica Armena in Europa Occidentale, Dott. Alessandro Spanu, Presidente Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia (UCEBI), Rev.da Madre Jules Cave Bergquist, Vice-Presidente dell’Associazione Chiesa d’Inghilterra in Italia, Rev. Prof. Giovanni Traettino, Vescovo Presidente Chiesa Evangelica della Riconciliazione.

I lavori della prima Assemblea sono stati aperti dal cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, il quale ha ricordato che nei lavori del Sinodo nazionale, in questi anni, sono state coinvolte migliaia di persone. Evidenzia che i problemi vanno affrontati con spirito solidale, con la partecipazione e il dialogo che coinvolge tutti.

«Una Chiesa più partecipativa e missionaria: sono i due attributi che racchiudono tutta la sfida del lavoro di questi anni, rappresentando in un certo senso il banco di prova del cambio di passo che la sinodalità chiede alle nostre Chiese. Se vogliamo, risiede anche qui la profezia del Cammino che stiamo compiendo» ha detto il card. Zuppi nella sua apertura parlando del metodo di procedere circa lo stile della partecipazione per vincere l’individualismo.

Nell’intervento introduttivo, Erica Tossani, della Presidenza del Comitato Nazionale del Cammino sinodale, ha messo in evidenza il cambiamento del punto di partenza. «Infatti, – sottolinea – il Cammino sinodale ha preso avvio dall’ascolto: ascolto della vita delle persone, ascolto delle esperienze delle Chiese locali, ascolto della realtà e delle istanze del mondo». Ed ancora, continua Erica Tossani, «Ascolto certo perfettibile, ma che dice ed è già un passo concreto e fondamentale per una Chiesa che vuol essere missionaria, cioè “nel mondo e per il mondo”, e che dunque non può non partire dalle domande, dalle sofferenze, dalle gioie e dai desideri degli uomini e delle donne di questo tempo (cfr. GS 1)».

Infine, si è tenuta la relazione principale a cura di Mons. Erio Castellucci, Presidente del Comitato Nazionale del Cammino sinodale. Per Mons. Castellucci incontrarsi a Roma come delegati delle  Chiese locali è desiderio di inserirsi nell’ininterrotta corrente spirituale che scaturì dal mandato di Gesù ai primi discepoli, in quegli straordinari eventi che lo videro protagonista, tra Pasqua e Pentecoste. «Di lui intendiamo essere testimoni – sostiene mons. Castellucci – per questo abbiamo accettato di coinvolgerci nel Cammino sinodale, spendere tempo ed energie per ascoltare, pregare, celebrare, discernere e orientarci. Per essere testimoni di Cristo risorto – e quindi fedeli all’umanità del nostro tempo – abbiamo accolto l’invito di Papa Francesco, che tre anni fa ha messo in Sinodo tutta la Chiesa».

Mons. Castellucci ha poi elencate alcune piste, individuate dentro l’orizzonte missionario, che presuppongono l’attuazione di una riforma richiedente una triplice conversione (cf. EG 27):

1) La “conversione comunitaria”, attraverso un’attenzione specifica a un “fare cultura” che non resti chiuso nelle accademie, ma che raccolga le innumerevoli esperienze evangeliche vissute nelle nostre comunità e le sappia fondare, esprimere con linguaggi comprensibili e attuali e mostrarne la bellezza (secondo il principio: “la realtà è più importante dell’idea”: cf. EG 231-233).

2) La “conversione personale”, nella cura della formazione cristiana a tutti i livelli: l’evangelizzazione, l’iniziazione cristiana (il tema più frequentato), la catechesi degli adulti, le varie forme di annuncio (anche nelle case e negli ambienti di vita), la lectio divina, l’accompagnamento spirituale e gli itinerari teologici strutturati.

3) La “conversione strutturale”, che passa attraverso la corresponsabilità ecclesiale: con il rilancio dei ministeri laicali e degli organismi di partecipazione, la riforma delle Curie, la valorizzazione dell’apporto delle donne anche nei ruoli di guida e la gestione delle strutture materiali, amministrative e pastorali, talvolta pesanti e sovra-dimensionate.

E’ stata poi data lettura del messaggio del Santo Padre ai partecipanti alla Prima Assemblea Sinodale delle Chiese in Italia. Papa Francesco ha ricordato ai presenti le tre consegne date in un incontro di maggio dello scorso anno: continuare a camminare, fare Chiesa insieme ed essere una Chiesa aperta. In sostanza il Papa assegnava alle Chiese locali il compito di guidarle nel contesto attuale. Apprezza il discernimento compiuto dalle Chiese in questi ultimi tempi attraverso le sintesi raccolte dalle stesse Chiese locali e che  sono testimonianza di una vivacità che si esprime nel cammino, nel coltivare l’insieme e nello stile di apertura. Il Santo Padre ha infine esortato i delegati con le seguenti parole: «Non abbiate paura di alzare le vele al vento dello Spirito! Non dimentichiamo che proprio nella Basilica dove vi trovate, il 25 gennaio 1959 San Giovanni XXIII diede l’annuncio del Concilio Vaticano II. E in seguito spiegò: «Questo si richiede ora alla Chiesa: di immettere l’energia perenne, vivificante, divina del Vangelo nelle vene di quella che è oggi la comunità umana».