“Per aspera ad astra” (attraverso le asperità fino alle stelle), è quanto si possa dire di chi, dopo sofferenze e rinunce, raggiunge i meritati riconoscimenti, che, gratificanti umanamente, lo rendano esimio. Ma per mons. Caiazzo l’essere stato premiato in virtù del suo impegno pastorale, certamente gravato da comprensibili difficoltà, al servizio dei bisognosi e degli immigrati, come parroco di San Paolo Apostolo a Crotone, non lievita più di tanto la sua umanità. La notorietà fino alle stelle, per questo particolare Arcivescovo, ha un esclusivo senso evangelico: essere tra le pieghe della storia, dove sono relegati gli ultimi, per recare loro sollievo, brutalmente negato dall’egoismo umano. “ A BRACCIA APERTE”, con questo titolo, su idea dell’avv. Cataldo Calabretta, il 07-08-2016, si è svolta la cerimonia di premiazione nella sua terra natale di Isola di Capo di Rizzuto, organizzata dalla Confraternita della Misericordia, alla presenza del parroco don Edoardo Scordio, del Sindaco Gianluca Bruni, che ha sponsorizzato l’iniziativa e del Governatore della Misericordia, avv. Leonardo Sacco. Sono state pure premiate personalità del giornalismo, della cultura, dello sport e imprenditori. Il premio è stato realizzato dal maestro orafo crotonese, Michele Affidato. “A BRACCIA APERTE” per mons. Caiazzo è stato il naturale evolversi del suo animo, quando, ancora giovinetto, raccoglieva fasci di grano, che profumavano della fatica del suo genitore. Quelle bionde messi, calde al suo petto, che recava sul luogo di raccolta, consapevole del vitale servizio, preconizzavano il suo attuale ministero, attraverso il Rendimento di Grazie. E la distesa munifica del mare di Isola, che, ammirandola, lo trasportava, come navigante, ad esplorare lontani mondi, ora lo conduce a vivere concretamente il suo stato di viandante di pace e di amore in mezzo all’unanimità, per condurla sulla via dell’accoglienza e della solidarietà. Ad influire e a fortificare il suo animo, per questa sua radicale scelta di vita religiosa, sarà stata la sacra icona della Madonna Greca. Contemplando il dolce Volto piegato sul Bambino, comprendeva che doveva piegarsi a braccia aperte sui propri simili, come tutto continua a porgersi anche su chi viene da paesi logorati da insane guerre “sulle barche varate nei Regni della Fame. Porteranno con sé i bambini, e il pane e il formaggio sulle carte del Lunedì di Pasqua. Porteranno le nonne e gli asini, sulle trireme rubate ai porti coloniali. Sbarcheranno a Crotone e a Palmì, a milioni vestiti di stracci asiatici, e di camicie americane” (Profezia, di P.P.Pasolini). Mons. Caiazzo, figlio di una terra d’accoglienza per eccellenza, avendo accolto la sacra icona della Madonna, Greca, giunta dal mare, come migrante, saprà rivestirli, soprattutto spiritualmente. Il pasto donato a bisognosi e agli immigrati, nella sua ex parrocchia di San Paolo Apostolo, e che continua ad essere distribuito tramite i laici volontari, da lui preparati, ha offerto ed offre il sapore ed il calore di una casa, che hanno perduto. Ed è in questa cristiana dimensione, che si coglie la vera essenza pastorale dell’accoglienza: servire come fratelli chi si trova nel bisogno. Grazie, Signore, per il dono di mons. Piano Caiazzo!
Elio Cortese
dal periodico LOGOS n.17/18 del 15/09/2016