LA TRADITIO SYMBOLI IN CATTEDRALE A POTENZA

“Con i Primi Vespri della III domenica di Quaresima, come ormai avviene da alcuni anni, è stata celebrata la Traditio Symboli, ossia la ‘Consegna del Credo’, del Simbolo della fede cristiana ai Cresimandi del 2016. Con questa celebrazione – ricorda il direttore dell’Ufficio catechistico diocesano, don Mario Gioia – i cresimandi hanno la possibilità di conoscere e pregare col Pastore che li confermerà nella fede e, così, il Vescovo a sua volta potrà meglio familiarizzare con essi. Nella Cattedrale Metropolita sono arrivati oltre 700 ragazzi insieme ai loro genitori, parroci e catechisti. Il Vescovo è rimasto positivamente entusiasmato da una presenza così numerosa e attenta. Il nuovo Arcivescovo di Potenza, monsignor Ligorio, ha introdotto – citando sant’Ambrogio – anzitutto definendo il luogo, la Cattedrale, come ‘eredità di Cristo’, poi ha continuato dicendo che i giovani a loro volta sono l’eredità di Gesù Cristo. Sappiamo quanto sia difficile educare i giovani! Sappiamo anche che è ancora più difficile educare i giovani alla fede: dopo la Cresima la ‘fuga’ dei ragazzi è sotto gli occhi di tutti. Si dona il sacramento della Cresima nel periodo dell’adolescenza. E l’adolescenza non è una malattia! Nel periodo dell’adolescenza i ragazzi hanno bisogno di ascolto, di una guida autorevole e di una rosa di valori come una mappa per orientarsi nella vita. L’adolescenza, per usare una metafora espressa dal vescovo, è come l’onda del mare che a un certo punto si increspa, e ai movimenti su e giù occorre trovare la stabilità di rivolgersi al Crocifisso. L’età dell’adolescenza è “un’età di incredibili cambiamenti, in cui tutto sembra possibile e impossibile nello stesso tempo” (Papa Francesco). Ancor prima, Manzoni nei ‘Promessi Sposi’ parlando di Renzo diceva: “aveva varcata la puerizia, e s’inoltrava in quell’età così critica, nella quale entra nell’anima quasi una potenza misteriosa che soleva, adorna, rinvigorisce tutte l’inclinazioni, tutte l’idee, e qualche volta le trasforma o le rivolge a un corso impreveduto”. Citando don Bosco, Ligorio ha detto molto giustamente che “i giovani appartengono a chi arriva prima”. Già, chi arriva prima? Ci sono molte sirene che ammaliano i giovani. Non bisogna essere pessimisti, ma neanche ingenui dinanzi ai vari pericoli a cui i giovani si espongono. E spesso si trovano soli a gridare aiuto. Accogliere i giovani nelle nostre Parrocchie non significa voler occupare i loro legittimi spazi, significa invece dar loro la speranza della vita. Il Papa chiede loro di essere coraggiosi e di andare controcorrente , in una sola parola di essere ‘amici di Gesù’. Confessare Cristo, consegnare il Simbolo ai giovani di oggi significa accettare Cristo come modello di vita, come presenza di senso, come radice dell’amore che – per una carente formazione – non viene educato all’affettività sana. Cristo ci dà il coraggio di andare controcorrente…e il Credo indica, ogni volta che lo si recita, una rinnovata imitazione di Lui.
Egli è una luce contro l’oscurità dei mali che affliggono questa età incerta e difficile.
Ritorniamo nelle nostre parrocchie, dopo la bella esperienza di sabato, con un desiderio rafforzato di spendere la nostra vita e le nostre energie per questi meravigliosi ragazzi che hanno fatto un piccolo sforzo o sacrificio, insieme ai loro cari educatori che – insieme al vescovo – sentiamo il bisogno di ringraziare e di incoraggiare” conclude don Mario.