CAMPO UNITARIO DELL’AZIONE CATTOLICA POTENTINA

Una famiglia diocesana con 180 componenti quella che si è riunita a Pacognano, località di Vico Equense, incastonata nelle colline della penisola sorrentina che si tuffano nel Tirreno. Uno scenario affascinante che ha rappresentato la perfetta cornice nella quale l’arcivescovo, monsignor Agostino Superbo ha condotto i 4 giorni di preghiera del campo unitario. L’aver raggruppato insieme le diverse fasce di età, dal piccolo Francesco Maria di appena 2 mesi a nonni che gli ‘anta’ li hanno superati da qualche decennio, ha consentito di ricevere contributi interessanti da parte di tutte le fasce d’età. Tema del ritiro spirituale: ‘In famiglia, per costruire la Chiesa’, un tema che attraverso la preghiera, la partecipazione alla Messa e ai Sacramenti, il momento di riflessione silenziosa, il pellegrinaggio al Santuario di Pompei e all’Abazia di Cava dei Tirreni, ma anche attraverso i laboratori, il confronto, il gioco, i canti, il pranzare insieme, ha mostrato, ancora una volta, il volto di una Chiesa diocesana viva, una vera famiglia di famiglie. Sacerdoti, da don Mimmo a don Gerardo, da don Giovanni a don Vincenzo, religiosi e religiose, tra gli altri suor Maria Celeste Canavotto e suor Vittoria Ventura, assistenti diocesani, seminaristi, tutti insieme hanno vissuto giornate scandite dalla volontà di porsi alla sequela del Signore. Le mattine, aperte dalla recita comunitaria delle lodi, sono proseguite con le lectio divine tenute da monsignor Superbo: “La famiglia è un dono dello Spirito Santo. Molte sono le membra ma uno solo è il corpo. Ogni realtà umana è chiamata alla felicità. In Azione Cattolica bisogna imparare a essere costruttori di comunità”.  Riflessione finale dell’episcopo potentino sulla Chiesa: “Non possiamo credere di attuare quello che il Signore chiede senza credere in Lui. Noi siamo chiamati a compiere la volontà di Dio. La preghiera è il respiro della fede. Don Tonino Bello diceva: ‘Non mordete la vita, assaporatela’. La Chiesa esprime il corpo di Cristo quando vive la Comunione. Se noi vediamo una realtà ecclesiale che non ha slancio missionario, vuol dire che non è Corpo di Cristo. Ciò che unisce i credenti non è l’appartenenza alle parrocchie, ma a Cristo”. “Più che positiva l’esperienza dei laboratori, nei quali si è creato un vero spirito di famiglia, che ha fatto aprire i cuori” ha sottolineato una delle organizzatrici, Felicita Covino. In quello degli adulti guidato da don Cesare, assistente unitario di Azione cattolica, supportato dal presidente diocesano Giuseppe Visconte, e dai vicepresidenti Leonilde Ruocco e Michele Barbella, è emerso il parallelo secondo il quale “per erigere un muro è necessario un progetto, il programma e le risorse” proprio come “ciò che serve per ‘edificare’: camminare insieme, comunicare, prestare cura in ogni comunità alle coppie di fidanzati e alle famiglie, dal matrimonio in poi, non lasciare soli, particolarmente coloro che sono afflitti da disabilità”. Sono state formulate anche proposte concrete a livello parrocchiale, percorsi per gruppi famiglia da far conoscere anche laddove non sono ancora attuati. Si è inoltre ripreso quanto riportato nel Documento assembleare diocesano di Ac del marzo scorso, vale a dire la necessità di promuovere una rete di famiglie che possa diventare anche di aiuto reciproco in questo particolare momento storico, segnato anche dalla crisi economica. I laboratori per ragazzi dell’Acr, condotti da Vitina Ferrara e Giuseppe Telesca, con l’ausilio dell’assistente fra Leone,e quelli per giovani e giovanissimi affidati a Giovanni Caporale, Carmela Barbella e all’assistente don Carmine hanno fornito a loro volta un prezioso contributo: la ricchezza e l’importanza della diversità dei carismi dei componenti della famiglia; la capacità insita nella famiglia di aiutare ciascun componete a scoprire la propria vocazione; la collaborazione tra i membri della famiglia come condizione necessaria perché non viva per se stessa ma sia comunità in mezzo e per gli altri. Animatore instancabile, anche delle celebrazioni eucaristiche, il diacono Fernando Lanzetta coadiuvato dai seminaristi Giuseppe De Marca, Moise Ekoudè e Nicola Lettieri.