Comunicato stampa
della Conferenza Episcopale di Basilicata
11 aprile 2016
La Conferenza Episcopale di Basilicata in merito alle vicende giudiziarie di questi giorni, riguardanti particolarmente la Val D’Agri e la Valle Del Sauro esprime preoccupazione e condivide la richiesta di giustizia che viene dai territori interessati. A quelle popolazioni va la vicinanza della Chiesa lucana!
In un momento così delicato per la nostra Regione più che mai facciamo nostre le parole di Papa Francesco che nella “Laudato Si’” invita tutti – la Chiesa in primis – ad accostarsi alla natura e all’ambiente con “stupore e meraviglia”, e di parlare “il linguaggio della fraternità e della bellezza”. Se così non fosse, ammonisce il Pontefice “i nostri atteggiamenti saranno quelli del dominatore, del consumatore e del mero sfruttatore delle risorse naturali, incapace di porre un limite” (LS, 11). Allo sfruttamento delle risorse naturali in Basilicata, non sempre è stata riservata la giusta attenzione in tema di salute e ambiente. Nel corso degli anni questo stato di cose ha prodotto, non solo preoccupazione tra la popolazione ma, in talune occasioni, veri e propri allarmi sociali.
Tutti siamo chiamati ad assumerci, in maniera esplicita, fattiva e anche pubblica le nostre responsabilità nei confronti di un problema di vitale importanza non solo per il bene della nostra regione o del nostro Paese ma per il mondo intero, come dimostra anche il “Protocollo di Kioto”. La politica, in particolare, difronte alla complessità, profondità, serietà e urgenza dell’attuale situazione non può fermarsi alla visione ordinaria e alla gestione “normale” della casa comune. Questa va solidamente risanata e ricostruita, con coscienza vigile e pura e con una lineare operosità , oggi, assolutamente necessaria
Se da una parte “la miope costruzione del potere – spiega il Papa nella “Laudato Si” – frena l’inserimento dell’agenda ambientale lungimirante, all’interno dell’agenda pubblica”, dall’altra “la grandezza politica si mostra quando, in momenti difficili, si opera sulla base di grandi principi e pensando al bene comune a lungo termine” (LS, 178). Le grandi aziende hanno il dovere di progettare e costruire un percorso positivo verso tutti, rispettoso dei diritti dei più deboli e dei più esposti.
A loro rivolgiamo un invito pressante a operare nella piena legalità e nel rispetto dell’ambiente guardando al bene comune. I fatti di questi giorni se da una parte indignano, dall’altra non devono essere motivo di scoraggiamento. Valgono anche per la Basilicata le parole di Papa Francesco: “non tutto è perduto, perché gli essere umani, capaci di degradarsi fino all’estremo, possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e rigenerarsi al di là di qualsiasi condizionamento” e “sono capaci di guardare a se stessi con onestà, di far emergere il proprio disgusto e di intraprendere nuove strade verso la vera libertà” (LS, 205).
Nei prossimi giorni saremo chiamati ad esprimerci attraverso la partecipazione al referendum abrogativo previsto dall’articolo 75 della Costituzione sulla durata delle trivellazioni in mare. Alla luce degli insegnamenti della Chiesa sulla salvaguardia del creato, che Papa Francesco ha così bene riassunto nell’enciclica Laudato sì, ci appelliamo alla libertà di coscienza di ciascuno.
Un invito, infine, alla riflessione sui drammatici episodi che hanno riguardato una struttura sanitaria del capoluogo. Tali vicende non possono non evidenziare la necessità di porre ancora e nuovamente al centro la dignità della persona umana che, soprattutto nei più deboli, nei bambini e negli anziani, va difesa contro ogni forma di violenza.
A tutti il compito di intraprendere questa strada per la costruzione “della casa comune”, nel rispetto dei ruoli di ciascuno, ma avendo come prospettiva primaria il rispetto per l’uomo e l’ambiente che lo circonda.